Quali sono le tecniche di pesca?
Le tecniche di pesca con la Rete più diffuse sono: Reti da posta fissa o derivanti, Reti da circuizione e Reti a strascico.
Reti da posta fissa o derivanti
La rete da posta è un attrezzo da pesca professionale costituito da una rete disposta verticalmente e spesso molto lunga che viene lasciata in mare lasciando che siano le prede a raggiungerla ed a rimanervi impigliate.
Struttura e materiali
La struttura di una generica rete da posta è molto semplice: si tratta generalmente di una rete rettangolare portante dei galleggianti di plastica o sughero nella parte superiore (lima dei sugheri) e dei piombi (lima dei piombi) in quella inferiore. Per poter pescare efficacemente una rete da posta deve rimanere ben tesa verticalmente in acqua per cui è fondamentale il corretto bilanciamento tra la lima da sugheri e quella da piombi.
In passato le reti da posta erano realizzate soprattutto di cotone, oggi è di uso quasi universale il nylon che ha il pregio di essere praticamente invisibile nell’acqua,e di durata maggiore alla corrosione marina, nonché problema inquinante vista la lunga biodeagrabilità.
Tipi di reti da posta
La principale suddivisione delle reti da posta è tra reti fisse o derivanti: le prime vengono ancorate al fondo mentre le seconde sono libere di spostarsi seguendo le correnti. Le reti derivanti sono in genere utilizzate per la cattura di pesci pelagici, spesso in alto mare, mentre quelle fisse sono gli attrezzi più utilizzati nella cosiddetta “piccola pesca” strettamente costiera[1].
Il più comune e diffuso tipo di rete da posta fissa è il tramaglio o tremaglio (tre maglie) la cui etimologia ha trovato ispirazione nella tipica struttura di questa diffusa rete da pesca, composta appunto da tre strati di maglie, i più esterni a maglie larghe (pezze o pareti) ed il più interno (mappa) a maglie strettissime e di superficie maggiore degli altri due (in maniera che sia meno tesa delle pezze). La preda penetra attraverso le maglie molto larghe della pezza più esterna ma rimane inesorabilmente avviluppata (ammagliata) nella mappa, formando un “sacchetto” all’esterno della parete dal lato opposto da quello di entrata. Questo rende assai più agevole estrarre (smagliare) la preda, perché basta rinfilare il sacchetto di mappa all’interno della pezza ed il pesce si “smaglia” da sé. Questa rete viene utilizzata soprattutto nei pressi di fondi rocciosi o nei pressi delle foci. Il tramaglino è una modificazione del tramaglio che ha un’altezza delle pezze molto minore per cui pesca solo nelle immediate vicinanze del fondale. Viene utilizzata per la cattura delle triglie o dei crostacei come la mazzancolle.
La mugginara o saltarello è una rete simile al tramaglio, ma porta sulla parte superiore, al di sopra dei sugheri, una pezza supplementare di rete disposta parallelamente al pelo dell’acqua. Questa rete viene utilizzata per la cattura di cefali in acque lagunari e viene utilizzata spaventando i pesci colpendo l’acqua con bastoni; i cefali, molto agili, saltano fuor d’acqua per scavalcare la rete e restano ammagliati nella pezza orizzontale. Viene chiamata per questo motivo anche rete a battere. Questo attrezzo viene disposto circolarmente attorno a banchi di pesci previamente individuati come, su scala più ampia, viene fatto con le reti da circuizione.
L’imbrocco o menaida o menaide è un tipo di rete fissa simile al tramaglio, ma costituito dalla sola mappa, a maglie molto fitte, spesso usata per la cattura di pesci di piccola taglia come acciughe o sardine. Se è derivante prende il nome di ferrettara.
Le reti incastellate, imbardate o combinate sono ibride tra tramaglio ed imbrocco, di solito tramaglio nella parte vicina al fondo ed imbrocco nella parte superiore, il che consente di ampliare lo spettro operativo dell’attrezzo. Queste reti comunque sono poco usate ad eccezione di alcune situazioni locali.
La palamitara e la spadara sono due tipi di rete adatte alla cattura di grosse prede come tonni e pesci spada; la prima è ancorata al fondo, mentre la seconda è derivante. L’uso di queste due reti è proibito in tutta l’Unione europea dal Regolamento CE 894/97 per la moria di cetacei che producono
Il tipo più comune di rete da circuizione prende il nome di cianciolo o saccoleva ed è orientato alla cattura di piccoli pesci di banco (pesce azzurro). Di solito il banco, nelle ore notturne, viene attratto in un determinato tratto di mare da una o più piccole imbarcazioni dotate di potenti fonti luminose (lampara). Quando il banco è ben compatto, viene stesa intorno ad esso una rete rettangolare con sugheri nella parte alta e piombi (lima di piombi) in quella inferiore. Quando il banco è circondato la rete viene chiusa nella parte inferiore e lentamente ritirata fino a quando i pesci sono concentrati in uno spazio piccolo e possono essere recuperati con un coppo.
Funzionamento
La cattura del pesce nella rete da posta si basa su quattro diversi meccanismi:
imbrocco, in cui il pesce si infila con la testa nella maglia della rete e vi rimane bloccato per gli opercoli branchiali non riuscendo più a liberarsi. È tipico delle reti a imbrocco (che infatti in inglese vengono chiamate gillnets ovvero reti da branchie). È fondamentale che la misura della maglia sia proporzionata alla taglia della specie ittica insidiata.
ammagliamento, meccanismo simile all’imbrocco ma il pesce viene bloccato a metà del corpo e non per gli opercoli.
impigliamento, in cui il pesce rimane impigliato per le sporgenze del corpo come denti o raggi delle pinne.
insaccamento, tipico del tramaglio, il cui funzionamento è spiegato nella sezione sui tipi di rete.
Impiego
Di solito questi attrezzi vengono calati sul finire del giorno e salpati in mattinata. Alcune specie ittiche però richiedono cale diurne o strettamente notturne.
Reti da circuizione
La rete da circuizione è uno strumento ed una tecnica di pesca indirizzata in genere a specie che vivono in banchi, sia piccoli come quelli di sardine o acciughe, sia più grandi come quelli di sgombri sia infine grandissimi come quelli di tonni.
Tecnica di pesca
Il tipo più comune di rete da circuizione prende il nome di cianciolo o saccoleva ed è orientato alla cattura di piccoli pesci di banco (pesce azzurro). Di solito il banco, nelle ore notturne, viene attratto in un determinato tratto di mare da una o più piccole imbarcazioni dotate di potenti fonti luminose (lampara). Quando il banco è ben compatto, viene stesa intorno ad esso una rete rettangolare con sugheri nella parte alta e piombi (lima di piombi) in quella inferiore. Quando il banco è circondato la rete viene chiusa nella parte inferiore e lentamente ritirata fino a quando i pesci sono concentrati in uno spazio piccolo e possono essere recuperati con un coppo.
Per catturare i tonni si usa una rete da circuizione nota come tonnara volante molto simile come forma e come impiego eccetto che per le dimensioni e la robustezza, molto maggiori, per l’assenza di fonti luminose e per il fatto che la rete viene calata velocissimamente attorno al banco una volta che questo è stato individuato da un’apposita vedetta.
Reti a strascico
La pesca a strascico è un metodo di pesca che consiste nel trainare attivamente una rete da pesca sul fondo del mare. La rete può essere trainata da una o due barche.
Tecnica di pesca
Il tipo più comune di rete da circuizione prende il nome di cianciolo o saccoleva ed è orientato alla cattura di piccoli pesci di banco (pesce azzurro). Di solito il banco, nelle ore notturne, viene attratto in un determinato tratto di mare da una o più piccole imbarcazioni dotate di potenti fonti luminose (lampara). Quando il banco è ben compatto, viene stesa intorno ad esso una rete rettangolare con sugheri nella parte alta e piombi (lima di piombi) in quella inferiore. Quando il banco è circondato la rete viene chiusa nella parte inferiore e lentamente ritirata fino a quando i pesci sono concentrati in uno spazio piccolo e possono essere recuperati con un coppo.
Le reti a strascico hanno generalmente forma conica; la parte terminale, apribile per estrarre il pescato, prende il nome di sacco, l’apertura invece prende il nome di bocca e la parte centrale di ventre. Sovente ai lati della bocca sono presenti due lunghe strisce di rete di forma triangolare con funzioni di “invito” che prendono il nome di ali e che, se la pesca viene praticata da due pescherecci in coppia, vengono mantenute aperte da entrambe le barche, con un tonneggio attaccato ad ognuna di esse; nella pesca a strascico compiuta da una sola barca, il tipo più comune, la rete è invece mantenuta aperta da strutture chiamate porte, tavoloni o divergenti. Le porte sono disponibili in diverse forme e misure e possono essere adatte a tenere la rete a contatto col fondo o sollevate da esso. Affinché le porte compiano bene il loro dovere, è necessario che la barca o la nave viaggi ad una certa velocità, in genere di 2,5-4 nodi. La parte della bocca e delle ali che strascica il fondale è in genere armata di piombi e catene con la funzione di smuovere il sedimento e di farne venir fuori pesci ed altri animali che vi fossero intanati mentre la parte superiore degli stessi è dotata di galleggianti con lo scopo di tenere aperta la bocca.
Il tipo più comune di rete a strascico bentonica (utilizzata per prede che stiano sul o nei pressi del fondale) è la paranza, in origine manovrata da due imbarcazioni ma oggi in genere messa in pesca da un solo peschereccio. Il rapido o sogliolara o sfogliara è una rete piccola, senza ali e dotata di una cornice rigida attorno alla bocca, che nella parte inferiore è armata di denti. Questa rete è impiegata principalmente per la pesca di pesci piatti, di razze e di molluschi bivalvi come telline e vongole.
La gangamella è invece una piccolissima rete (poco più di un retino) che viene lentamente strascicata di notte sulle praterie di Posidonia oceanica allo scopo di catturare i gamberetti. La sciabica e lo sciabichello hanno struttura simile alla paranza, con la differenza che vengono trasportate a mare da un’imbarcazione ma poi vengono salpate da terra. Altri tipi di rete sono impiegati per la cattura di pesci di mezz’acqua come cefali e latterini, soprattutto in lagune o ambienti salmastri.
Per catturare i tonni si usa una rete da circuizione nota come tonnara volante molto simile come forma e come impiego eccetto che per le dimensioni e la robustezza, molto maggiori, per l’assenza di fonti luminose e per il fatto che la rete viene calata velocissimamente attorno al banco una volta che questo è stato individuato da un’apposita vedetta.
Fonte: wikipedia